martedì, aprile 23

Le guerre tra poveri sono pagate dai ricchi

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“Mai le discriminazioni – di ogni tipo – faranno bene ad un bambino. 
Quelle di genere, prima di tutte. 

Ho visto padri dormire in macchina ma anche madri bruciate vive.
Chi è che ci mette l’un contro l’altro armati e guadagna da questo conflitto? Chi è che trae profitto da queste guerre?

Le guerre tra poveri sono sempre pagate dai ricchi.

In un momento in cui si parla di temi importanti e controversi – come bi-genitorialità, affido, le nuove leggi sull’adozione, sottrazioni e garanzie, amore universale e negoziazione – sembra comunque di assistere ad uno scontro estremo in cui si cerchi nell’altro il vero colpevole.

Il nodo, invece, risiede all’interno delle pieghe di un sistema, inteso come l’insieme di quelle Istituzioni e dei meccanismi combinati di tali Istituzioni, che creano barriere nel percorso che deve in verità portare i Diritti a divenire realtà: un sistema farraginoso, basato sostanzialmente sul business, sull’interesse e sul plusvalore.

Il “nemico” quindi non è l’uguale, cioè il parallelo o l’altra metà della mela o del cielo, quello che si trova sulla stessa linea direttrice; il nemico è invece quel terzo – apparentemente esterno, spesso non visibile, che agisce nell’ombra  – e genera il conflitto.

Perché, quando le persone litigano – in presenza anche di differenze e problematiche reali – da qualche parte, poco lontano, noteremo un terzo soggetto, con un sorriso o un fare innocente, che sta in effetti minando, non visto, il terreno.

Ed è solo attraverso una attenta analisi che si può evidenziare come questo “infiltrato nella linea direttrice” si trovi altrove, sia o sia stato molto impegnato a distruggere.

Il nemico, quando parliamo di conflitto genitoriale, di sottrazione internazionale di minori, di riduzione in schiavitù di bambini, di moderna tratta degli schiavi – cioè di quei bambini che di notte vengono portati via dall’Italia e trasportati in un tir all’estero, dal genitore che pensa che il figlio sia una sua proprietà – riguarda i fatti di cronaca dove l’odio verso l’altro si trasforma nell’annientamento dell’oggetto dell’amore conteso.

Il nemico vero, dunque, dov’è?

È nella legge non applicata, nella mancata giustizia, nell’azione di giudici collusi con il sistema psichiatrico o con quelli che dovrebbero essere al servizio del Sociale.

Questo è il vero nemico dunque: un sistema che si basa su un’osservazione psichiatrica – come in certe CTU, Consulenze Tecniche d’Ufficio – per stabilire fatti, antefatti e misfatti che hanno a che fare con l’etica, con l’educazione, con la sensibilità, con l’ingerenza, la tolleranza, la conoscenza, le bugie, la mediabilità, l’accoglienza e la verità, continuando così a ribadire una guerra di genere.

E la guerra, ancora una volta, è voluta esclusivamente da chi ci guadagna: perché in una guerra gli unici veri vincitori sono quelli che vendono le armi.

Nel caso specifico, le armi sono il numero di giornali venduti, di “click mi piace”, di ore di psicodiagnosi, valutazioni, test, indagini, terapie e prescrizioni, abusi e psicofarmaci, invii e rinvii, collocazioni extra-familiari, osservazioni, incontri protetti ecc.

A questo proposito, è opportuno sottolineare un aspetto proprio dell’esercizio delle Consulenze Tecniche d’Ufficio o di Parte (uno dei maggiori inquisiti del sistema giudiziario/psichiatrico): quando si chiede ad un bambino cosa voglia esattamente fare in alcuni casi – non fornendo spiegazioni, delucidazioni o omettendo al bambino stesso quanto sia importante che lui sia bravo e buono con mamma allo stesso modo in cui deve esserlo con papà – non è un fatto solo di ascolto del minore e non è solo lavoro psicologico ma c’è anche qualcosa che ha a che fare con l’educazione, con l’istruzione, con il coordinamento genitoriale e familiare.

Un conto è la psicopatologia, un conto è quello che è un processo educativo e formativo, spesso trattato come un dio minore, ma che passa attraverso l’applicazione delle norme universali, dei diritti umani e dei diritti dei bambini.

Perché l’educazione, la formazione, la conoscenza e la consapevolezza  rappresentano l’unica strada ed anche l’unica via d’uscita per garantire la sopravvivenza di quell’essere umano, uomo o donna, oggi bambini, non per sempre bambini, cittadini nell’Umanita’ in crescita.

Vincenza Palmieri

 

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