sabato, aprile 27

Francesco Miraglia – Giurista, Esperto in Diritto di Famiglia e Minorile: “Bisogna far pagare chi sbaglia”

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Non poteva mancare all’appuntamento con “Arte, Cultura e Scienza per i Diritti Umani contro la Filiera Psichiatrica” del prossimo 22 marzo, la presenza e il contributo sostanziale del giurista Francesco Miraglia, Esperto in Diritto di Famiglia e Minorile, autore della Postfazione in “La Filiera Psichiatrica in Italia. Da Basaglia a Bibbiano e fino al tempo del Coronavirus e co-autore con Vincenza Palmieri del volume di ultima uscita “Bambini Prigionieri”. Dottore, Lei è impegnato da tempo nella difesa di tanti bambini e di tante famiglie, un lavoro costante che – anche al fianco della Prof.ssa Palmieri – ha portato al raggiungimento di grandi traguardi e al conseguimento di importanti risultati. Dopo tanti anni di lotta e di impegno, quali sono a Suo avviso le principali conquiste ottenute? E quali le vittorie che più l’hanno commossa?

“È chiaro che dopo tanti anni il risultato è enorme, e parlo del fatto di aver sensibilizzato l’opinione pubblica e di aver mostrato innanzitutto che esiste un problema. Se pensiamo che fino a tempo fa eravamo considerati dei visionari quando parlavamo di allontanamenti illegittimi, di bambini tolti alle proprie famiglie, come se questi nostri discorsi non avessero alcun senso, finalmente tutto quello che noi da 15 anni a questa parte abbiamo sostenuto effettivamente è purtroppo venuto alla luce. Il che non significa che il problema sia risolto, ma sicuramente adesso c’è più consapevolezza, e questa la considero come la principale conquista raggiunta attraverso i casi e le vicende che abbiamo seguito, che ci hanno appunto permesso di dare più consapevolezza alle persone: consapevolezza innanzitutto dei loro diritti, ma poi anche della possibilità di rivolgersi a dei professionisti per farsi difendere. Abbiamo cercato – e questo è motivo per noi di grande orgoglio – di dar voce a persone altrimenti dimenticate da tutti e che non avrebbero potuto difendere i propri figli, e ci siamo riusciti… E se devo citare una delle vittorie più emblematiche in questo senso, sicuramente la vicenda del piccolo Marco, riportata anche nel libro “Bambini Prigionieri”, è una storia che ci ha segnato profondamente ma che ci ha dato un’enorme soddisfazione: immaginare questo bambino di 4 anni che finalmente è ritornato nella propria famiglia d’origine e ha potuto riabbracciare i suoi nonni ci ha commosso intensamente, non solo perché ha colpito noi direttamente, ma perché ha coinvolto un’intera città, nel momento in cui Verona si è mobilitata ed è stata tappezzata di cartelloni con la scritta ‘Io sto con il piccolo Marco’. Ecco, riuscire a coinvolgere un’intera città sulla storia di un bambino sconosciuto, significa che la vicenda meritava estrema attenzione e che tutto quanto abbiamo sostenuto si è rivelato fondato e ha potuto portare all’epilogo sperato”.

C’è una norma di riferimento che secondo Lei è più importante nella direzione della tutela dei Diritti Umani e dei Minori e contro il Sistema della Filiera Psichiatrica? Nella Sua esperienza, si tratta più di una questione di norme o più di una questione di persone?

“Più che di norme, a mio avviso si tratta di una questione di persone, perché nel momento in cui si parla di centinaia di migliaia di soldi che girano intorno alla ‘Filiera Psichiatrica’ si parla proprio di persone. Parlare di ‘Filiera Psichiatrica’ significa parlare di servizi sociali, di case famiglia, di Ctu, dunque non è solo una questione di norme, ma principalmente di persone. E soprattutto di responsabilità, perché banalmente bisogna far pagare chi sbaglia: se una persona che ha commesso un errore – e io ne vedo tante di situazioni così – anziché essere mandata a casa viene promossa o spostata in un altro servizio, allora qualcosa non funziona, perché questo non risolve il problema, ma anzi lo aggrava. È una questione di persone nel momento in cui si parla di conflitto d’interessi, quello per esempio di giudici onorari che risultano essere presidenti di associazioni che a loro volta gestiscono case famiglia o altre strutture legate agli allontanamenti familiari. Occorre in primis evitare questi conflitti d’interesse e riconoscere le responsabilità in capo a chi è davvero responsabile. Il sistema di per sé non ha bisogno di riforme, le norme ci sono, esistono, ma spesso vengano utilizzate a sproposito; si pensi all’Art. 403 del Codice Civile che permette ai servizi sociali di sostituirsi all’Autorità giudiziaria per decidere sulla condizione di un minore e dunque sulla giustificabilità di un allontanamento del minore dalla propria famiglia, o ancora, si pensi alla superficialità con cui spesso la Procura minorile e i Tribunali si muovono, quando magari anziché verificare la sussistenza di reali situazioni d’urgenza, si limitano a fare un ‘copia e incolla’ della richiesta inviata dal servizio sociale. Questa è la vera questione da risolvere, ed è innanzitutto una questione di persone più che di norme”.

Clara Centili
Ufficio Stampa I.N.PE.F.

Per partecipare all’evento “Arte, Cultura e Scienza per i Diritti Umani e contro la Filiera Psichiatrica” in programma il prossimo 22 marzo è necessario prenotarsi fin da subito scrivendo a: eventosociale20@gmail.com
Per informazioni: ufficiostampa.inpef@gmail.com – 329.9833862

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