Pochi giorni fa a Milano, il Prof. Pier Matteo Barone, Geoarcheologo Forense di fama internazionale, Docente INPEF, ha vinto l’Italian Forensic Award 2023 per la categoria “Innovazione tecnologica”, e in particolare per l’invenzione della metodologia innovativa denominata “Locus Operandi”, che permette di ricercare persone scomparse con ampio margine di successo. Siamo davvero molto orgogliosi!
Abbiamo raggiunto telefonicamente il Prof. Barone, che ci ha raccontato qualcosa in più sul senso e la portata di questa tecnica così rivoluzionaria.
– Professore, un Premio importante, che certifica un grande impegno e un grande lavoro di ricerca…
Per me è stato un estremo piacere e sono davvero onorato di aver ricevuto questo premio, che in realtà sancisce il frutto di un lavoro abbastanza certosino, soprattutto in favore della ricerca di persone scomparse e dei familiari delle persone scomparse, che ogni volta vivono momenti veramente delicati. Ecco, se si riesce a fare anche una piccola cosa per aiutarli a ritrovare parenti e amici scomparsi, sono più che contento di aver contribuito, e questo premio va a suggellare una metodologia che va proprio in questa direzione: non solo dal punto di vista del supporto alle forze dell’ordine, ma anche nell’ottica di dare una sorta di sollievo e di aiuto ai parenti delle persone scomparse.
– Effettivamente, parliamo di un ambito profondo e complesso, che ci aiuta a comprendere ancor di più il potenziale e il valore di questo “agente intelligente”, che continua a dare risultati importanti.
Esattamente. E spero vivamente che venga impiegato sempre di più a livello di procedura sistematica un po’ ovunque e soprattutto in Italia, dove questa piaga e questa difficoltà di ricerca è molto più acuta rispetto al resto del mondo; il fatto che il metodo sia stato riconosciuto anche dalla Croce Rossa Internazionale, poi, è un’ulteriore conferma e speriamo sia un viatico affinché venga utilizzato sempre più spesso e sempre più costantemente, proprio a partire dal nostro Paese.
– Professore, da sempre Lei sottolinea che è necessaria una specifica formazione ed esperienza nelle scienze geo-archeologiche e giuridiche, e questo premio rimarca il peso e la centralità che questa metodologia riveste nelle scienze forensi come protocollo da utilizzare anche nel settore umanitario: lo porterà anche all’interno dei percorsi di formazione INPEF?
Assolutamente! È una metodologia che dev’essere implementata dalle forze dell’ordine, ma soprattutto che dev’essere attuata solo da chi è formato a farlo; non ci si può improvvisare nell’utilizzo di questa tecnica! E io sarò il primo artefice della diffusione di questo metodo proprio a livello formativo, innanzitutto all’interno dell’INPEF e ovunque sarà necessario portarlo in Italia e all’Estero.
Nella foto di gruppo: il Prof. Mercurio (con la moglie), vincitore per l’eccellenza in Geoscienze Forensi, la Prof.ssa Rosa Maria Di Maggio – Geologo forense, membro del Comitato Tecnico Scientifico del Premio e Docente INPEF – il Prof. Paciello, vincitore per l’eccellenza per la veterinaria forense, e il Prof. Barone.
Il Prof. Barone insegna nei Master INPEF in Criminologia, Criminalistica, Investigazione e Psicologia Giuridica, Antropologia e Archeologia Forense e Scuola Nazionale Peritale. E da oggi anche nel nuovo Master in Conservazione e Tutela dei Beni Culturali!