Il Presidente Vincenza Palmieri è lieta di annunciare una grande novità per l’INPEF: da oggi l’Oftalmologia Forense sarà inserita tra le materie della Scuola Nazionale Peritale, Master Post Lauream di II Livello erogato dall’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare. Abbiamo incontrato il noto Oftalmologo Legale, Prof. Gian Piero Covelli, Ricercatore Universitario, Dirigente Medico all’Università La Sapienza di Roma e presso l’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea, da oggi tra i membri del Team Accademico del Master.
Prof. Covelli, cos’è l’oftalmologia legale e in quali contesti viene utilizzata?
“L’oftalmologia legale è una disciplina sinergica utilizzata in oculistica e in medicina legale, che tratta tutte quelle problematiche legate alla salute dell’occhio in casi di infortunistica stradale, infortuni sul lavoro, responsabilità professionale, che possono dunque toccare l’ambito giuridico, con svolgimento di consulenze tecniche di parte e d’ufficio per un Tribunale. Personalmente, vengo consultato più spesso come CTP dal paziente che viene leso o dal cliente che chiede un risarcimento per eventi di infortunistica sul lavoro, ma agisco anche come CTU: in entrambi i casi, si tratta di vedersi affidate delle consulenze tecniche su problematiche specifiche nell’ambito di procedimenti civili e penali”.
Dunque, parliamo di una Scienza che può offrire delle certezze medico-legali, contribuendo a portare verità e giustizia. Quanto diventa importante allora, nello svolgimento dell’attività peritale – insieme alla responsabilità professionale, medica e specialistica dell’oftalmologo – l’aspetto etico e deontologico?
“Senza dubbio si tratta di un compito estremamente delicato, in cui l’aspetto legato all’etica comportamentale e alla deontologia professionale è quanto mai fondamentale”.
Lei tiene diversi insegnamenti in oftalmologia ed ergo-oftalmologia [la branca della Medicina del Lavoro che ha come obiettivo quello di salvaguardare la salute dell’apparato visivo del lavoratore e in particolare di preservarne la capacità visiva] e va ad iniziare una collaborazione con la Scuola Nazionale Peritale dell’INPEF: quanto ritiene sia basilare la formazione dei professionisti che svolgono queste discipline lavorando come consulenti o periti, e quali gli elementi centrali da non trascurare per esercitare al meglio la professione?
“La formazione e l’aggiornamento sono imprescindibili, e lo dico sia da esperto che da docente universitario. È fondamentale infatti trasferire sia le nozioni giuridiche su cui si basa una perizia o un elaborato peritale in ambito medico-legale, sia le basi tecniche e l’aspetto sinergico legato alla medicina legale. Per questo, negli insegnamenti che tengo, accanto al trasferimento delle nozioni di base, vi è sempre l’esplicazione di un ‘case report’ – naturalmente criptato per questioni di privacy – ma che di volta in volta viene presentato come spunto didattico su cui affinare le competenze dei futuri esperti. Un’adeguata preparazione medico-legale che preveda la conoscenza delle elementari regole giuridiche, il perfezionamento costante delle competenze anche attraverso il raffronto con casi reali, insieme a una corretta etica e deontologia comportamentale, rappresentano gli elementi indispensabili per impostare al meglio la propria condotta professionale, soprattutto in settori altamente specialistici”.
Ufficio stampa I.N.PE.F.