venerdì, novembre 8

“Il grado di soddisfazione dei bambini/figli come Indicatore principe per la Valutazione Genitoriale”: le linee guida INPEF

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“[…] Da sempre, nelle Perizie e nei Centri Territoriali, l’idoneità genitoriale si misura sulla base di standard, protocolli, linee guida e sulla quantità di risposte positive che il genitore esprime rispetto ad ogni singolo indicatore: quanto è empatico, quanto è capace di tutelare, quanto di progettare il futuro, quanto di nutrire e così via.

Una serie di indicatori, dunque, ai quali deve ottemperare come adulto e come genitore. Ha dei doveri: come a scuola il maestro deve insegnare a leggere e far di conto, il genitore ha il dovere di proteggere, progettare, nutrire, consentire l’istruzione, ecc.

Ma c’è un indicatore ulteriore che dobbiamo considerare. Quello la cui assenza sta straziando le famiglie da cui i bambini sono stati allontanati e, di conseguenza, l’animo dei bambini strappati ai genitori.

Tale indicatore è il “grado di soddisfazione – mi si passi la parola – dell’utente”.

Mi permetto un esempio che appare un paradosso ma che penso possa chiarire.

Nel momento in cui si riceve un qualsiasi servizio presso un Ente pubblico, può avvenire che venga consegnato un questionario; così come uscendo da un supermercato o al termine di un Corso Universitario. Dunque viene chiesto ai destinatari di quel servizio, se quello stesso servizio sia piaciuto o meno. In tal modo si misura, in tutti i contesti, il grado di soddisfazione dell’utente.

Ora, per un momento, si provi a trasferire questo punto di vista nella relazione e nella valutazione della capacità genitoriale.

Se si guarda solo in maniera esterna l’adesione o meno da parte del genitore agli indicatori preposti, è come se si facesse valutare solo alle hostess la guida dei piloti o solo dalla commessa del supermercato il servizio alla cassa. Insomma, come se si chiedesse un parere fondamentale e condizionante a chi comunque non è il fruitore del servizio.

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Io vorrei chiedere a tutti i Garanti per l’Infanzia d’Italia – quello Nazionale ma anche quelli locali che non funzionano (quelli che funzionano, viva Dio!) – perché non si possa considerare il grado di soddisfazione del bambino in relazione al genitore.

Magari una madre non è assolutamente capace a cucinare, ma il suo bambino la ama anche se lei a merenda gli dà solo brioches confezionate.

Ci sono genitori che postano sui Social interi album di fotografie che dimostrano quanto fossero felici i figli con loro. Vedo gite, vacanze, vestiti di carnevale, risate, abbracci, baci… elementi che esprimono in maniera evidentissima il grado di soddisfazione di quel bambino verso quel genitore. Genitore magari non perfetto secondo un criterio avulso, ma comunque – anche se imperfetto e perfettibile – profondamente amato da quel figlio.

Desidero chiedere (e chiedere per ottenere) che questo tipo di indicatore venga considerato tutte le volte che si fa una perizia, ogni volta che un Assistente Sociale scrive una relazione per la valutazione, tutte le volte che si discutono gli Indicatori della capacità genitoriale.

Questo è il sistema che noi dobbiamo ottenere.

Perché il grado di soddisfazione non può essere determinato esternamente, ma ad opera di chi di quel sistema usufruisce.

So già che qualcuno proverà a dire che chi è coinvolto in una relazione – e un figlio lo è certamente – non può valutare lucidamente quanto i suoi bisogni vengano soddisfatti e quanto di meglio ci possa essere fuori.

Ma io non credo che un’altra famiglia estranea, anche la migliore in assoluto, o, peggio, una struttura fatiscente (non si capisce perché quando le andiamo a visitare, l’80% delle strutture siano così fatiscenti, senza riscaldamento, senza un progetto educativo veramente forte, con ragazzini che lasciano la scuola o a cui viene assegnato un insegnante di sostegno per chissà quale gioco) possa rappresentare un valore aggiunto per questi ragazzi.

Ripensiamo l’idoneità genitoriale, allora, dal punto di vista della soddisfazione dei bambini.”

Estratto dall’intervento della Prof.ssa Vincenza Palmieri al Seminario “Bambini allo sbaraglio, bambini bersaglio” – 8 marzo 2018 – nell’ambito della mostra “Controllo Sociale e Psichiatria: violazioni dei Diritti Umani”.

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