martedì, marzo 19

Salvo Pappalardo, Docente: ho ritrovato quello che avevo cercato invano

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Come promesso, cominciamo a presentarvi le donne e gli uomini che animano l’INPEF, grandi professionisti che rendono possibile, insieme al Presidente, le nostre attività di Alta #Formazione e di tutela dei Diritti Umani e dei Diritti dei Bambini. Partiamo da Salvo Pappalardo, responsabile dell’ Ufficio Management e Docente di Pedagogia Familiare. Un percorso iniziato con gli studi in Giurisprudenza, alla ricerca di un lavoro che fosse molto di più: una vera e propria missione di vita. Quello di Salvo è il cammino coraggioso di chi, ad un certo punto, cambia tutta la sua vita per dedicarsi alle passioni vere e per seguire sogni ed inclinazioni. Dalle esperienze professionali all’estero alla meravigliosa scoperta della Pedagogia Familiare in Italia. Sempre con un obiettivo che diventa un faro ad illuminare il cammino: la salvaguardia dei Diritti Umani, dei Diritti dei Bambini e la possibilità di aiutare gli altri. Un esempio per tanti giovani che hanno bisogno di sapere che è possibile, con impegno e dedizione, riuscire a realizzarsi.
SALVO PAPPALARDO, IL SUO PERCORSO UNIVERSITARIO È INIZIATO CON LA SCELTA DELLA FACOLTÀ DI GIURISPRUDENZA MA QUASI AL TRAGUARDO HA DECISO DI CAMBIARE STRADA. UNA VIRATA RADICALE. PERCHÉ? QUALI ERANO I PENSIERI E LE EMOZIONI CHE L’HANNO CONDOTTA A QUESTA DECISIONE?
Sì, ero iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza. Ma non sentivo di poter realizzare pienamente me stesso il quel percorso, non mi rispecchiavo in quegli studi e, quasi al termine, ho deciso di cambiare tutto. Sono partito e all’estero ho intrapreso studi in ambito umanistico, sociale, familiare, ed anche di tipo aziendale e di organizzazione dei contesti lavorativi in particolare per quanto riguarda il tema della comunicazione. Prima negli Stati Uniti per diversi anni, successivamente ho avuto delle esperienze nel Regno Unito e poi in Danimarca. Mi sono occupato di progetti per i Diritti Umani e Diritti della persona. Tutte esperienze che mi hanno permesso di crescere.
SCELTE CORAGGIOSE GRAZIE ALLE QUALI HA POTUTO ESPLORARE ALTRI PAESI E IMPORTANTI PERCORSI LAVORATIVI. EPPURE AD UN CERTO PUNTO, NONOSTANTE I SUCCESSI, HA PENSATO CHE QUELLE ESPERIENZE NON BASTASSERO PIÙ E HA DECISO DI TORNARE IN ITALIA. NON ERA ANCORA SODDISFATTO?
Mancava qualcosa. Ma una volta rientrato nel nostro Paese è accaduto un avvenimento importante: ho conosciuto l’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare, un Ente fondato a tutela dei Diritti Umani e dei Diritti dell’infanzia ed adolescenza che eroga anche Alta Formazione formando futuri professionisti in vari settori sempre in linea con i principi dei Diritti Umani. All’INPEF ho svolto il Master in Counseling e poi ho avuto il privilegio di assistere ai primi convegni nella mia Città, Catania, sulla Pedagogia Familiare. Ricordo che mi invitò la Professoressa Vincenza Palmieri. Ho trovato in questa Scienza nuova, oggi a tutti gli effetti riconosciuta dal MiSe, quello che avevo sempre cercato: un approccio di aiuto alla Famiglia nel suo intero ciclo di vita con un punto di vista nuovo rispetto a qualsiasi altra professionalità. Ho trovato tutto ciò in linea con la mia volontà e predisposizione all’aiuto del prossimo. Perché ho sempre ritenuto che il lavoro dovesse essere un impegno per esprimere se stessi e le proprie potenzialità. Il lavoro deve riuscire a raccontare chi sei. E sentivo che mi stavo avvicinando proprio a questo obiettivo.
CON QUESTE ASPETTATIVE HA DECISO DI INTRAPRENDERE IL MASTER DELL’INPEF IN PEDAGOGIA FAMILIARE, È DIVENTATO SOCIO DELL’ANPEF, HA CAMBIATO LA SUA VITA E IL SUO LAVORO. UNA RIVOLUZIONE UMANA E PROFESSIONALE. COSA HA SIGNIFICATO QUESTA TRASFORMAZIONE?
Posso dire di aver ritrovato tutto quello che avevo cercato invano in precedenza e due anni fa ho avuto l’onore di poter iniziare la mia collaborazione con l’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare, con il privilegio di operare insieme al Presidente, la Professoressa Palmieri. Con lei ho sentito il piacere di lavorare non solo per se stessi ma anche per il prossimo e di raggiungere obiettivi che possono fare la differenza nel contesto in cui viviamo. E poi ho riscoperto la bellezza del lavoro di gruppo. Da Pedagogista Familiare, unitamente alle mie competenze pregresse, ho cominciato ad occuparmi del Management dell’Istituto sia nel rapporto tra lo staff che con gli studenti. Oggi, guardando indietro, penso di aver fatto una delle migliori scelte della mia vita. Anche perché in questi anni è accaduta un’altra cosa straordinaria: essere tra i docenti che formano i futuri Pedagogisti Familiari, una figura professionale completa che costituisce anche la risposta ad un bisogno impellente: occuparsi della fragilità delle famiglie soprattutto nel periodo particolare che stiamo vivendo.
DOTTOR PAPPALARDO, LEI HA CERCATO LA SUA STRADA SENZA MAI ARRENDERSI FINO A TROVARE IL PERCORSO CHE RISPECCHIASSE IL SUO MODO D’ESSERE E LA RENDESSE FELICE. EPPURE, MENTRE TUTTO QUESTO SI CONCRETIZZAVA IL MONDO È CAMBIATO DA UN GIORNO ALL’ALTRO CON L’AVVENTO DELLA PANDEMIA…E’ CAMBIATA LA MODALITÀ DI LAVORARE E QUELLA DI RAPPORTARSI ANCHE NELLA VITA PROFESSIONALE. COME HA VISSUTO QUEL MOMENTO ALL’INPEF?
L’anno scorso, con l’arrivo della Pandemia – quando l’Istituto si è adeguato alla nuova modalità di Didattica a distanza – ha avuto una fase di cambiamento e trasformazione che ha richiesto più che mai una grande prova per tutti noi. Nel periodo del lockdown si viveva un clima di grande incertezza nel quale abbiamo organizzato, in pochissimo tempo, un immenso lavoro che richiedeva competenze anche nuove per molti di noi. Grazie ad una guida impeccabile e precisa del nostro Presidente e con un particolare lavoro di squadra, siamo riusciti a garantire una qualità della formazione che possiamo definire eccellente, come confermato spesso anche dai conseguimenti dei nostri stessi studenti. Abbiamo organizzato dei team dedicati per ogni settore dell’Istituto, dalla Didattica a Distanza sincrona ed asincrona, alle lezioni di recupero e l’aggiornamento di tutti i percorsi formativi. E’ vero è stato impegnativo e difficile ma è stato nel contempo un momento positivo di grande crescita personale e professionale. E’ stato possibile acquisire in pochi mesi conoscenze e competenze che in un periodo ordinario, si sarebbero potute acquisire dopo anni di lavoro. Tra le cose più importanti che ho appreso dal nostro Presidente in questo periodo è l’importanza di prestare attenzione alla Formazione, bene essenziale che, soprattutto in un momento di incertezza, costituisce una grande risorsa per il futuro soprattutto per i molti che vivono una situazione economicamente complessa ai quali è comunque fondamentale garantire una Formazione di alta qualità.
A PROPOSITO DI CAMBIAMENTI, NELL’ULTIMO ANNO IMPERVERSA IN ITALIA UN ACCESO DIBATTITO SULLA DIDATTICA A DISTANZA CHE È FINITO SPESSO IN UNA SFERA MANICHEA TRA FAVOREVOLI E CONTRARI. LEI COSA NE PENSA?
Questa modalità di Didattica è diversa e ci permette di fare cose che precedentemente non erano possibili: raggiungere molte più persone in luoghi lontani tra loro. Ciò comporta di sicuro maggior impegno sia nella modalità che nell’approccio ma con risultati più soddisfacenti ed immediati. Posso ritenermi molto soddisfatto, ad esempio, per come proseguono i gruppi di studenti che stiamo seguendo. Non vi è momento più bello che sentire la loro soddisfazione quando si diplomano o quando semplicemente scrivono una mail di ringraziamenti al termine di una lezione. Ne rimaniamo e ne rimango sempre commosso. Per quanto mi riguarda ho la consapevolezza di aver dato qualcosa in più ed aver potuto fare la differenza per quella persona o quel gruppo, in particolare nel Master in Pedagogia Familiare.
ABBIAMO RACCONTATO DEI FRAMMENTI DEL SUO PERCORSO FORMATIVO E PROFESSIONALE, ABBIAMO SCOPERTO IL SUO CORAGGIO DI CAMBIARE TUTTO PIÙ DI UNA VOLTA PUR DI SEGUIRE SOGNI E PASSIONI. UN ESEMPIO PER TANTI GIOVANI CHE HANNO BISOGNO DI SAPERE CHE È POSSIBILE, CON IMPEGNO E DEDIZIONE, RIUSCIRE A REALIZZARSI. CI HA RACCONTATO DELLE SUE SODDISFAZIONI. E DEL FUTURO COSA CI DICE? QUALI DESIDERI VORREBBE SI ESAUDISSERO?
Già oggi sono felice del mio percorso. Mi piacerebbe comunque occuparmi di più del lavoro con le famiglie e con la Pedagogia Familiare e portare avanti i principi fondanti della stessa nei vari territori in Italia così da poter costituire una figura di riferimento anche nelle varie municipalità. Ci sono dei luoghi in Italia che ne avrebbero molto bisogno soprattutto laddove ci sono famiglie particolarmente fragili. E questo è un sogno da realizzare e neanche tanto lontano!
A cura dell’ Ufficio Comunicazione INPEF

 

 

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