venerdì, maggio 3

Magg. Riccardo Giordani, Duca di Willemburg: “Sono fermamente convinto che non si possa creare nulla sulle chiacchiere”

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Il Duca di Willemburg Riccardo Giordani, Gran Cerimoniere della Norman Academy, tra gli Enti Aderenti dell’Evento “Arte, Cultura e Scienza per i Diritti Umani e contro la Filiera Psichiatrica” del prossimo 22 marzo, chiarisce le ragioni del sostegno all’INPEF e a questa Iniziativa e soprattutto quanto queste due realtà siano vicine negli intenti e negli obiettivi, di cui molti raggiunti insieme.

“Tanti risultati realizzati insieme nel tempo dimostrano come già anni fa eravamo sulla stessa linea d’onda con la Prof.ssa Vincenza Palmieri, e non si tratta di una coincidenza nata per caso, ma di un discorso in cui crediamo profondamente, perché ognuno costruisce sulla base delle proprie esperienze, ma quando ci si ritrova a notare le cose che non funzionano e a lavorare insieme verso un obiettivo unico, ecco che strada facendo troveremo altri spunti, altri motivi, altre esperienze da mettere insieme per raggiungere un fine comune. E il rapporto con Vincenza Palmieri è nato proprio su queste basi e ha permesso a entrambe le parti di crescere. Per questo ci piace essere sempre presenti e vicini all’INPEF, perché qualcosa di buono possiamo sempre farlo: una cosa riesce o meno ma è pur sempre buono farla, quindi noi ci siamo. D’altronde, sono questi i principi su cui nasce la Norman Academy, e il fatto di collaborare con voi ci consente di essere ancora una volta in prima linea. Personalmente poi, sono fermamente convinto che non si possa creare nulla sulle chiacchiere, è inutile fare promesse o prendere impegni prima del tempo, è molto meglio dire ‘abbiamo fatto’ piuttosto che ‘faremo’, le cose fatte sono il vero esempio che può portare la gente a riflettere; il rapporto sacrificio-risultato è importante, ma aver fatto è ciò che rimane davvero. Bisogna metterci la faccia, le cose si debbono toccare con mano, cosa che Vincenza Palmieri fa da una vita, partendo dai ragazzi e cercando di capire quale sia la parte sbagliata, cosa non funziona e che tipo di conti pagano questi ragazzi. La nostra è nata come una missione ma è diventata una crociata, una crociata buona che può arricchire la storia ed essere di insegnamento. Non basta dire ‘Guarda cosa succede’ e poi girarsi dall’altra parte, occorre attaccare le situazioni, occorre uscire allo scoperto e andare all’attacco in prima battuta, anche rischiando… io stesso ho imparato sulla mia pelle che metterci la faccia significa rischiare, ma sono rischi che ci prendiamo volentieri perché l’obiettivo è raggiungere un risultato. E questo non ci può distogliere mai: non si può accettare di perdere una battaglia senza prima averla neanche combattuta. Ed è questo approccio che ci ha uniti fin da subito alla Prof.ssa Palmieri, con la quale tra l’altro si è instaurato ormai anche un rapporto affettivo perché la finalità è sana e i tempi la rendono ancora più necessaria: in un momento particolare come quello attuale, oggi ancora di più bisogna essere pronti e attenti a intervenire, anche a costo di avere problemi personali. Non ci si può tirare indietro, è una parte della fede anche questa e va rispettata, ed è un credo che si forma nel tempo. Certi problemi esistono e bisogna combatterli ed è con questo spirito che affrontiamo le situazioni e che sposiamo naturalmente la causa di questa nuova Iniziativa”.

Cosa pensa quando si parla di filiera psichiatrica e abuso diagnostico sui minori, di psicofarmaci e interventi autoritativi?

“Sono molto determinato su questo, io credo che certa gente che usufruisce di questi medicinali, di questi veleni oserei dire, dovrebbe essere buttata in galera, perché ci sono delle cose che non possono essere messe in discussione, mai, soprattutto se vengono fatte a danno di chi non può difendersi, a maggior ragione dei ragazzi, dei bambini. Su alcune questioni non si può discutere, perché quando parliamo di figli non possiamo pensare ai figli degli altri altrimenti perdiamo il fatto in sé… il punto non è pensare che siano figli degli altri, ma pensare che possano essere figli nostri, questo è il senso: non sono i figli degli altri, sono ‘I FIGLI’ e su questo punto non si può più discutere. Ripeto, non basta dire ‘Ah, che grosso problema!’ e via…, se un problema esiste dobbiamo affrontarlo, aggredirlo, toglierlo di torno, se esiste un problema occorre adoperarsi in tutto e per tutto per smontarlo, per sezionarlo, per ‘farlo fuori’. Bisogna agire, rimanere all’attacco, non mettersi dietro le quinte a vedere che succede; non serve a niente rimanere spettatori, lo spettatore è una realtà inutile, non ci può stare ed è solo un’occasione persa. Io credo che ognuno di noi possa e debba fare in maniera che qualcosa accada e che accada nel modo giusto, intervenire sempre è uno stile di vita, allora sì che siamo davvero vivi, proprio come fa Vincenza Palmieri. Il fatto poi di avere le stesse idee, di capire insieme gli stessi problemi, di poter contare su una condivisione ragionata, tra persone che si stimano, diventa il vero valore aggiunto, allora ecco che ognuno può apprendere qualcosa in più e può costruire qualcosa di nuovo. Imparare qualcosa di nuovo ci consente di fare ogni giorno qualcosa di diverso”.

Tanti i progetti di solidarietà e sostegno che la Norman Academy porta avanti da tempo. Sono proprio questi i risultati che contano?

Gambia Nursery School della Norman Academy

Gambia Nursery School della Norman Academy

“Come Norman Academy ci siamo mossi praticamente in tutti i Continenti del mondo, siamo intervenuti in Africa, in Centrafrica, in Congo, in Uganda, ci sono zone in cui esistono dei veri e propri villaggi di lebbrosi… E noi abbiamo portato un sorriso dove quel sorriso non c’era da tanto tempo ed è questo il risultato che vale sopra ogni cosa. Manca solo l’Australia e potremmo dire di aver fatto davvero il ‘giro del mondo del sorriso!’. Le dirò di più, in Gambia c’è un muro di una scuola per i più piccoli, con la scritta ‘Norman Academy’: ecco, questo è il valore di quel sorriso, noi possiamo dire di esserci stati e di averli aiutati, e non è fuori tema perché quei bambini curati diventano gli adulti di domani, e troppo spesso nessuno se ne preoccupa. La soddisfazione invece di poter dire ‘Questo l’abbiamo fatto’, soprattutto sapere di averlo fatto, è ciò che conta. E queste sono quelle medaglie che non si vedono ma che nessuno ci può togliere, anche perché fare qualcosa in più significa anche aver imparato qualcosa in più, e questa è la vera ricchezza e la vera realizzazione. Per tutti”. 

Clara Centili
Ufficio Stampa I.N.PE.F.

Per partecipare all’evento “Arte, Cultura e Scienza per i Diritti Umani e contro la Filiera Psichiatrica” in programma il prossimo 22 marzo è necessario prenotarsi fin da subito scrivendo a: eventosociale20@gmail.com
Per informazioni: ufficiostampa.inpef@gmail.com – 329.9833862

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