venerdì, marzo 29

“Vincere lo strapotere è possibile. Riportare i bambini a casa, si fa. Superare i pregiudizi psichiatrici è una realtà”

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La soddisfazione del Consulente di Parte Palmieri e dell’Avv. Miraglia

Brescia. Una vittoria forte: ancora una volta sconfessata la CTU che chiedeva il permanere di due fratellini fuori dalla famiglia, in affido extrafamiliare. 

In Italia la questione dell’idoneità genitoriale viene spesso affrontata con una logica indagatoria, quasi punitiva. I genitori coinvolti in questo difficile caso erano stati considerati inidonei in un primo momento perché troppo fragili, poi perché improvvisamente tutt’altro che fragili. Da qualsiasi punto di vista si osservasse la vicenda, sembrava ci fosse sempre una buona ragione perché i genitori fossero comunque valutati inidonei; e non si teneva conto del fatto che, dei due fratellini, il più grande (6 anni) chiedesse di poter ritornare con mamma e papà e di rivedere la nonna, molto preoccupato anche per le sorti del più piccolo. 

Il piccolo, infatti, iniziava ad avere difficoltà a riconoscersi come figlio dei propri genitori. In una gran confusione, chiamava mamma sia la persona affidataria che la mamma stessa, riuscendo ad incontrare quest’ultima solo una volta ogni 15 giorni.

Con tutta evidenza, questa era ed è una famiglia da sostenere, aiutare, supportare, proteggere ma non certo da penalizzare. Anche perché i primi penalizzati erano i bambini. 

Non voglio entrare nel merito di questa singola CTU – commenta la Prof.ssa Vincenza Palmieri, Consulente Tecnico di Parte della famiglia –  perché bisogna ovviamente tutelare la privacy dei protagonisti e rispettare il lavoro di tutti, ma c’è un punto fondamentale che va evidenziato: è necessario individuare dei criteri che siano comuni a tutti i Tribunali e a tutte le CTU.
Perché, ogni volta, per i CTP, non diventi un campo minato nel quale muoversi tra conclusioni basate esclusivamente su test psico-diagnostici, su improbabili teorie psichiatriche che pronosticano il futuro o su punti di vista personali del CTU o, ancora, per esperienze personali pregresse che vengono riversate su quella che dovrebbe essere, invece, una valutazione obiettiva. 

E’ incredibile come professionisti con la stessa formazione, si possano trovare su poli opposti della valutazione e come lo stesso evento, quindi, venga valutato in maniera difforme.
La notizia molto incoraggiante, nel caso attuale, è rappresentata dal fatto che il Tribunale abbia deliberato in maniera differente da come suggerito dal proprio Consulente di fiducia e d’Ufficio, che ipotizzava addirittura anche una possibile adozione per i due fratellini, assumendo invece il ruolo di Perito Peritorum: ciò che ci si aspetta da ogni Tribunale
”.

Diamo atto che il Tribunale di Brescia abbia considerato le argomentazioni del Consulente Tecnico di Parte e della Difesa – fa eco l’Avv. Francesco Miraglia – e che abbia riconosciuto ai due fratellini il sacrosanto Diritto alla loro famiglia. Auspico, come avvocato, che altri Tribunali italiani recepiscano l’orientamento del Tribunale di Brescia”.

La Prof.ssa Palmieri e l’Avv. Miraglia, già impegnati in numerosi casi che li vedono in piena sintonia nella difesa delle famiglie e dei bambini, esprimono una gioia profonda per questa vittoria. Che è la vittoria della pazienza, del lavoro certosino e accurato, del gioco di squadra, della costante Ricerca Scientifica che diventa Giurisprudenza e, a sua volta, Speranza e Riforma Sociale. 

Ufficio Stampa Inpef

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