venerdì, marzo 29

Tommaso Varaldo, Consigliere Comunale di Chieri e Presidente AIeF: “Bibbiano è solo un esempio di tante cose che non funzionano”

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All’evento “Arte, Cultura e Scienza per i Diritti Umani e contro la Filiera Psichiatrica” in programma il prossimo 22 marzo, interverrà anche Tommaso Varaldo, Consigliere del Comune di Chieri e Presidente AIEF, l’Associazione Infanzia e Famiglia, una realtà che opera sul territorio piemontese a tutela dei diritti della Famiglia, dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Presidente, in che modo è possibile difendere concretamente e in maniera attiva – come fa da tempo AIEF – i diritti delle fasce più vulnerabili della società?

“La nostra Associazione è una realtà costituita da molti volontari e anche da molti professionisti che si sono messi a disposizione delle famiglie, quelle famiglie che si rivolgono ad AIEF sia chiedendo aiuto per situazioni di difficoltà, sia per segnalarci delle situazioni di dubbia legalità. L’Associazione interviene sicuramente in ambito di sostegno, mettendo a disposizione i propri professionisti sia a livello di sensibilizzazione della cittadinanza rispetto ad argomenti di cui si parla spesso troppo poco, come per esempio le comunità per minori, sia per tutto ciò che riguarda il comparto del sostegno a bambini e adolescenti all’interno degli asili e delle scuole, sia per quanto concerne l’ambito delle violenze domestiche sui minori. Dunque, attività di sensibilizzazione con cittadini e istituzioni, e in ultimo – ma non meno importante – l’intervento concreto su situazioni di dubbia legalità in cui raccogliamo le segnalazioni per poi procedere a fare delle vere e proprie denunce, e a richiedere l’intervento da parte delle Autorità competenti per verificare e risolvere situazioni che ci vengono attenzionate dalle famiglie stesse”.

Lei ha una storia personale e professionale che riflette un estremo impegno nel sociale, a partire da una serie di iniziative che hanno preso il via nel Suo territorio e hanno dato vita a diversi progetti innovativi rivolti a giovani e adulti, e centrati proprio sui diritti e i doveri di ogni cittadino.

“Mi piace ricordare sempre a tutti quelli che si avvicinano al centro come volontari, le parole di Don Milani che diceva: ‘È inutile tenere le mani in tasca per dire che sono pulite’. Voglio dire, quando ci sono situazioni di problematicità o di violazione di diritti umani o di mancanze da parte dello Stato, credo che nessun cittadino debba tenere le mani in tasca e non intervenire: noi sollecitiamo tutti a farlo! Personalmente sono impegnato in varie realtà associative, come Presidente in AIEF ma anche come socio di sostegno in altre attività sul sociale che si rivolgono agli abitanti di territori, piccoli comuni, periferie spesso abbandonati dalle istituzioni, ma dove per fortuna il terzo settore c’è e va a coprire proprio quelle mancanze per dare sostegno alle famiglie”.

Si è fatto spesso portavoce dei più giovani, a livello politico e non solo. Nella Sua esperienza, come i ragazzi e gli studenti si pongono nei confronti di certe tematiche e come reagiscono ad esperienze di sensibilizzazione e di impegno attivo nella società?

“La cosa più bella che posso dire nella mia esperienza in AIEF in particolare, è che si sono avvicinati tanti giovani, il nostro Consiglio direttivo è molto giovane, così come abbiamo numerosi volontari under 30. Ecco, io riscontro che ci sono tanti giovani che si vogliono occupare di altri loro coetanei che si trovano in situazioni meno fortunate… E questa solidarietà la ritrovo tra la stessa generazione ma anche tra generazioni diverse, perché per esempio quando ci occupiamo di case di riposo e RSA, c’è un incontro intergenerazionale importante: i progetti che sviluppiamo con strutture quali asili nido, scuole materne e RSA servono appunto a far incontrare anziani e bambini, e in questo incontro c’è un grande valore aggiunto per entrambi. I giovani debbono occuparsi del sociale e della politica, perché il sociale è politica, è fare politica in prima persona; perché quando abbiamo a che fare con le comunità di minori, con giovani adolescenti in difficoltà, con le violenze familiari… quando ci occupiamo di questo, è molto importante che ci siano altri giovani che possano aiutarli e possano chiedere che queste comunità siano comunità in cui si rispettano tutti i loro diritti, perché spesso questi ragazzi non hanno voce. E dove esistono delle criticità, il ruolo di un’associazione e dei suoi volontari diventa determinante perché si fa portavoce affinché tutto funzioni al meglio”.

A Suo avviso, quanto le Istituzioni, la Politica, la Scuola, lo Stato… possono fare per evitare di alimentare il Sistema della Filiera Psichiatrica che ha purtroppo dato linfa ad abusi irripetibili sui Minori e le loro Famiglie?

“Bibbiano è la punta di un iceberg enorme che si fatica anche a raccontare, perché finché una famiglia non si trova all’interno del Sistema fa davvero fatica a comprendere. Quando noi raccontiamo cosa abbiamo trovato in alcune comunità di minori – che poi sono stati chiusi anche grazie a noi – le persone dall’esterno fanno fatica a credere e ad immaginare certe realtà, perché alcune situazioni sono oltre ogni limite di civiltà e rispetto dei diritti umani. Bibbiano è solo un esempio di tante cose che non funzionano. Quello che mi chiedo è: com’è possibile che debbano sempre arrivare prima le Associazioni su segnalazione, piuttosto che le Istituzioni preposte a controllare determinati contesti. Su tante situazioni ci sono delle mancanze talmente forti… ma sul tema dei bambini e degli adolescenti – che poi rappresentano il futuro del Paese – non possono e non devono esserci mancanze di nessun genere. Non può esistere uno Stato che dice che per poter recuperare un bambino è necessario allontanarlo dalla propria famiglia, anche perché poi accade spesso proprio il contrario. Le istituzioni preposte non controllano a sufficienza e il Sistema come oggi è pensato non funziona e va assolutamente modificato: nell’interesse dei minori, degli adolescenti e dei diritti di tutti noi.

Clara Centili
Ufficio Stampa I.N.PE.F.

Per partecipare all’evento “Arte, Cultura e Scienza per i Diritti Umani e contro la Filiera Psichiatrica” in programma il prossimo 22 marzo è necessario prenotarsi fin da subito scrivendo a: eventosociale20@gmail.com
Per informazioni: ufficiostampa.inpef@gmail.com – 329.9833862

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