giovedì, aprile 25

La Corte di Strasburgo condanna l’Italia. Con una sentenza storica, in grado di restituire molti bambini all’abbraccio dei propri genitori

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– Intervista all’Avv. Francesco Morcavallo – 

E’ davvero una sentenza storica, quella che ci troviamo a commentare, in grado di cambiare la vita di molti bambini e di intere famiglie.

Ne parliamo con l’Avv. Francesco Morcavallo – ex Giudice Minorile – che ha avuto il merito di presentare il Ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che ha ricevuto il giusto accoglimento.

– Avv. Morcavallo, innanzitutto contestualizziamo la notizia: di che sentenza si tratta?

La sentenza del 13 ottobre, da parte della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, riguarda l’accoglimento di un Ricorso che avevo presentato per la violazione dell’art. 8 della Convenzione dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali, in materia di Tutela della Vita Privata e Familiare.Era passata in giudicato, in Italia, l’adattabilità di 3 bambini tolti alla madre per via di difficoltà familiari e per una fase di depressione personale. Nessun maltrattamento era stato subito dai bambini, dunque: si trattava solo di una difficoltà all’interno della Famiglia.

– E si era provveduto lo stesso alla sottrazione dei Minori ai genitori? 

Si, i bambini erano stati portati in Comunità. Ma avevano mostrato una grossa sofferenza. Anche il CTU – il consulente incaricato dal Tribunale di verificarne lo stato – aveva ravvisato una grossa tristezza e sofferenza, nei Minori: soffrivano perché lontani dalla mamma.Eppure, secondo lo Stato Italiano, dovevano restare presso l’Istituto Privato che li aveva in custodia e, in un secondo momento, ne era stata decretata addirittura l’adottabilità.

– Cosa si afferma con tale Sentenza?

Si conferma un principio che la Corte aveva già affermato, ma in modo molto più specifico: prima dell’adattabilità devono essere fatti tutti i tentativi necessari per evitarla; prima di allontanare i bambini dai propri genitori devono essere prestate – ai bambini e ai genitori – tutte le forme possibili di aiuto.

– Su cosa si è insistito nel ricorso?

Si è dato rilievo al fatto che i Giudici, sbagliando, avessero ignorato il parere sia degli operatori pubblici (gli Assistenti Sociali – NdR) che del CTU.Ed abbiamo sottolineato come i bambini non fossero in uno stato di abbandono ma che, anzi, quella che si trovava a vivere la famiglia fosse una situazione contingente.In più, va evidenziato un altro dato altamente paradossale: i bambini erano stati non solo tolti alla mamma, ma anche separati tra loro; affidati e poi dati in adozione a famiglie diverse.

– Quindi si è giunti ad una condanna per l’Italia.

Esatto. Prima erano dichiarazioni di principio non affermate in maniera così specifica. Ma data l’importanza della materia e la misura più grave – l’adottabilità – si è giunti ad una condanna all’Italia, anche pecuniaria.

– Possiamo, dunque, ritenerci soddisfatti?

Sicuramente è una cosa importante, considerato anche il numero, la quantità enorme di ricorsi che vengono inoltrati.Ma il punto ora è far diventare questa sentenza lo strumento affinché l’Italia si adegui.

La Corte Europea non annulla automaticamente la Sentenza, infatti, ma è previsto che l’Italia si adegui.

E’ il Comitato dei Ministri a controllare tale adeguamento nelle materie in cui le ingiustizie incidono nella vita delle persone, in ambito penale.Ora la nostra battaglia sarà orientata a fare in modo che si mettano in discussione le decisioni passate in giudicato anche nell’ambito del processo civile, trasponendo lo stesso principio.

L’ingiustizia della decisione, infatti, ha inciso profondamente nella vita di queste persone: ha spezzato i legami familiari, non solo con i genitori ma anche tra fratelli.

Ci auguriamo, dunque, che l’accoglimento di tale ricorso sia di ispirazione ed indirizzo in tutti i casi affini – purtroppo davvero numerosi – in cui famiglie vengono spezzate senza che siano fatti, come recita la stessa sentenza, “tutti i tentativi necessari per evitarlo”.

Strasburgo sentenza Hodson

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