venerdì, marzo 29

Maestro Simone Ripa – Noi danzatori abbiamo il compito di dire la Verità con il corpo

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Ad impreziosire i lavori del Forum forense organizzato dall’INPEF “Il valore della Giustizia in Italia: tra prove oggettive e prove opinabili”, in programma il prossimo 27 settembre, sarà uno speciale cadeau artistico del Maestro Simone Ripa, Attore, Coreografo e Ballerino, Docente INPEF, che proporrà una suggestiva performance dedicata al tema della libertà e della giustizia.

– Maestro, la Sua performance è attesissima: con che spirito prende parte a questa importante iniziativa dedicata al valore della Giustizia? E soprattutto, come l’Arte può accompagnarsi a temi così delicati e importanti?

“Personalmente, la Giustizia è un argomento al quale sono particolarmente sensibile, perché spesso mi rendo conto che non c’è giustizia in moltissimi ambiti, a partire dalla situazione dei tanti bambini che vengono strappati alle loro famiglie e per le quali la Prof.ssa Palmieri si batte quotidianamente. E da questo punto di vista, ritengo che l’Arte possa fare moltissimo: noi artisti, attraverso il corpo e la musica, possiamo trasmettere, senza parlare, dei messaggi estremamente profondi. Paradossalmente – e lo dico anche da attore – noi danzatori abbiamo una responsabilità più difficile rispetto a un attore sul palco, perché abbiamo il compito di dire la verità con il corpo; e spesso si finisce per dire più cose stando in silenzio, piuttosto che seguendo le parole di un copione. Proprio attraverso la mia esibizione cercherò di portare un’interpretazione della Giustizia intesa come libertà, raccontando lo slancio di un uomo alla ricerca della libertà e della giustizia: è una storia danzata e interpretata che racconta il coraggio della trasformazione e che si chiude con l’immagine di un uomo libero. In questo senso, Libertà per me significa libertà di esprimersi a 360 gradi: poter essere me stesso in tutto e per tutto, e soprattutto senza avere paure. Perché la paura è il contrario della libertà”. 

– Nei percorsi formativi INPEF viene dato ampio spazio, accanto al versante più propriamente didattico e accademico, anche e soprattutto all’aspetto pratico ed esperienziale; nel Master in Pedagogia Teatrale, in cui Lei stesso insegna, come si traduce l’obiettivo di trasferire esperienza e professionalità ai ragazzi?

“Il compito più arduo è stato innanzitutto far capire ai ragazzi che il mio insegnamento non era una semplice ora di danza, ma piuttosto ‘teatro-danza’, dunque una dimensione molto più complessa in cui si lavora per tirare fuori le emozioni, per liberarsi ed esternare il proprio sé. Una volta compreso il messaggio, i ragazzi si sono messi in gioco, riuscendo a lavorare – con una serie di esercizi e attività corporee – sull’emozione, il sentimento, il contatto, la gestualità, l’importanza dell’abbraccio. Il mio lavoro come danzatore consiste proprio nel tirare fuori le emozioni non danzate, ma corporee. E i ragazzi in tal modo riescono a costruire loro stessi un racconto, riescono a parlare attraverso sguardi, gesti e movimenti, con un lavoro di trasformazione che consente di traslare l’emozione in un segno profondo e significativo. Questo è l’insegnamento costante che con l’INPEF cerchiamo di trasferire agli studenti”.

Il Maestro Ripa insegna nel MASTER INPEF:
Pedagogia teatrale

Clara Centili
Ufficio Stampa I.N.PE.F.

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