venerdì, aprile 19

Prof. Fabio La Rosa – Il Teatro per riportare i ragazzi al margine al centro del palcoscenico della vita

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Tra le performance artistiche che arricchiranno il programma del Forum forense “Il valore della Giustizia in Italia: tra prove oggettive e prove opinabili”, organizzato dall’INPEF per il prossimo 27 settembre, il prezioso e immancabile contributo del Prof. Fabio La Rosa, attore, autore e regista teatrale, pregiato Docente INPEF, che esalterà le tematiche del Convegno con una sublime interpretazione in voce dal testo “I Malamente”, di Vincenza Palmieri.

– Professore, come sempre la Sua è una performance particolarmente attesa, con cui ancora una volta Arte, Teatro e Cultura scendono in campo ad accompagnare temi significativi ed emblematici come quelli in questo caso legati alla Scienza, alla Verità, all’Etica e alla Giustizia. Con quale sentimento prende parte a questa nuova importante iniziativa, in cui appunto ci racconterà le pagine di un testo così significativo come “I Malamente”, dedicato a tutti quei ragazzi fuori dai margini dell’ascolto?

“Come dico sempre, il teatro – quando si accompagna ad Eventi come quelli promossi dall’INPEF e dalla Prof.ssa Vincenza Palmieri – torna a svolgere la sua funzione primordiale, quella pedagogico-formativa. Per questo motivo sono ben contento di partecipare: perché attraverso il teatro si utilizzano un linguaggio e delle forme espressive trasparenti e vere, che arrivano direttamente al cuore di chi ascolta. Ed è proprio questo ciò che il teatro deve fare: stimolare l’ascolto e portare alla riflessione. Specialmente quando si vanno a sottolineare argomenti importanti come quelli trattati in questo Forum, il teatro non può che arricchirsene. Devo dire che sono felice di prendere parte a questa iniziativa anche perché mi sento sempre un piccolo ‘guerriero’ che lotta accanto a questa ‘capo-guerriero’ che cerca, con il suo lavoro, di restituire l’ingenuità, la dignità e il sorriso ai bambini, che hanno il pieno diritto di avere questi tre concetti e che invece, purtroppo, spesso ne vengono privati. Lo farò con particolare entusiasmo e passione, quelli che ho sempre messo accanto a una donna ed amica straordinaria, ed anzi questa volta sarà un intervento ancora più forte perché, attraverso il teatro, andiamo a parlare di un testo come ‘I Malamente’, con l’obiettivo di riportare i ragazzi messi al margine di nuovo al centro del palcoscenico della vita e renderli protagonisti. Sono temi che mi toccano particolarmente, per questo ci metterò tutta l’esperienza e l’emozione che in questo percorso teatrale mi porto dentro”. 

– Sicuramente un grande privilegio e insieme un’importante responsabilità, che immagino facciano parte anche della Sua attività come Docente, nello stesso Master in Pedagogia Teatrale dell’INPEF. In che modo nozioni ed emozioni si traducono in esperienza e professionalità nei percorsi formativi dell’Istituto?

“Far parte della famiglia INPEF – perché di famiglia si tratta, dal momento che questa atmosfera di famiglia si percepisce, si sente e si vive quotidianamente – mi inorgoglisce enormemente, anche perché mi ha dato una grande possibilità, che ho potuto tra l’altro mettere in pratica all’interno di un Istituto di eccellenza come l’INPEF, che non è cosa da poco: quella di poter fare formazione attraverso il teatro. Insegnando e collaborando con realtà universitarie, mi accorgo sempre più spesso che la preparazione universitaria è prettamente teorica, il che va bene; ma bisogna riconoscere che i libri non ci insegnano tutto. Il resto è dato dalla vita, dall’esperienza. E il teatro è appunto vita, esperienza, emozione; attraverso il teatro riusciamo a completare la formazione, e parlo soprattutto della mia materia, il teatro emozionale, che abitua all’ascolto e alla relazione con se stessi e con gli altri, migliorandole. Ritengo che determinate professioni, ma in realtà tutte quelle professioni che hanno a che fare con soggetti deboli, con bambini, con diversamente abili…, devono necessariamente porre al centro della loro attenzione proprio l’ascolto e la relazione. In questo senso avviene la formazione teatrale in INPEF e proprio questa è la sua finalità: abituare a conoscere e carpire le proprie emozioni e quelle altrui. In tal modo, ogni lavoro – se lo si svolge con passione, se lo si fa cavalcando l’emozione – non può che portare a risultati positivi. Se lo si fa privi di passione e di trasporto, o condizionati da eventi esterni o peggio ancora da interessi che non dovrebbero esistere in determinati ambiti, è chiaro che il lavoro può diventare un’arma che può ferire, e può ferire soprattutto le persone più fragili che non sanno come difendersi”.

Il Prof. La Rosa insegna nel MASTER INPEF:
Pedagogia teatrale

Clara Centili
Ufficio Stampa I.N.PE.F.

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