martedì, aprile 23

SCUOLA, 245.723 ALUNNI CON DISABILITA’, NEL NOSTRO PAESE.

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Vincenza Palmieri: “Gli indicatori dell’apprendimento e dei normali processi intellettivi vengono letti come deficit cognitivi. Si deve poter insegnare ad imparare e non diagnosticare“.

<<Nella scuola cresce di anno in anno la richiesta di sostegno. Aumentano, infatti, tra i banchi di classe i ragazzi con disabilità certificate ma, dall’altra parte della cattedra, i docenti non sono mai abbastanza. Negli ultimi 12 anni, infatti, gli studenti riconosciuti come disabili sono fortemente aumentati e così, nonostante siano aumentati anche i docenti specializzati sul sostegno, la scuola resta comunque in affanno: i numeri infatti crescono di anno in anno. E così anche per l’anno scolastico 2018-2019…>> (Il Messaggero)
 
“Siamo contenti che aumenti il numero degli insegnanti di sostegno. Perché, da sempre, ne abbiamo riconosciuto il valore e il ruolo fondamentale. 
Ma che ne servano 41.000 in più, a fronte di un così importante aumento di portatori di handicap nella scuola, cosa significa? E cosa si cela all’interno di tale dato? DSA? Ritroviamo ADHD? Deficit intellettivi? Cosa vi è ricompreso?
 
In una società così stimolante, ricca di innovazione, che parla di inclusione e offre migliaia di informazioni in contemporanea, come mai i nostri figli presentano improvvisamente un numero così importante di disabilità intellettive?
Viene da pensare che, ancora una volta, gli indicatori dell’apprendimento e dei normali processi intellettivi vengano letti, interpretati, valutati e diagnosticati neanche più come DSA – che di norma non prevederebbero un insegnante di sostegno – ma come qualcosa di peggio: un deficit grave della conoscenza e dell’intelligenza in una fascia dell’età evolutiva laddove, invece, ancora tutto è possibile.
 
E laddove si deve poter insegnare ad imparare e non diagnosticare.
La fuga verso la diagnosi rimane un’allerta che noi continuiamo a sostenere con forza, soprattutto a fronte di dati che nella nostra scuola e tra i nostri ragazzi, di anno in anno, si fanno più gravi e strutturali.  
 
Nell’anno 2018-2019, gli alunni con disabilità sarebbero, dunque, 245.723. E gli insegnanti di sostegno 141.412. Pare ne manchino – secondo tale corrispondenza – ben 41.332. 
Se ci fa enormemente piacere che più insegnanti specializzati possano essere a disposizione dell’offerta formativa – e noi per primi lavoriamo nella direzione di formare insegnanti di sostegno che sappiano aiutare e non solo “reggere” (reggere botta, reggere il bambino fuori dalla porta…) – non possiamo però non lanciare il nostro grido d’allarme.
 
Troppa poca didattica, arte, metodologia mirata e soprattutto nessuna didattica efficace.
Perché, se così fosse, un’ottima percentuale di questi ragazzi “malati del mal sociale” potrebbero più facilmente trovare una casa dove deporre le armi della paura e della diffidenza e fare delle proprie fragilità o carenze l’humus fertile su cui andare a costruire la propria conoscenza e il proprio futuro”.
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